100 anni di Metodo Martinotti: eccellenza monferrina nel mondo

Categoria: Food&wine
In questo 2024, il Monferrato – ma non solo – celebra una ricorrenza importantissima per l’enologia della regione: il centenario della scomparsa di Federico Martinotti, il celebre enologo, nato a Villanova Monferrato, inventore dell’omonimo metodo di spumantizzazione, il Metodo Martinotti, …
REDAZIONE

In questo 2024, il Monferrato – ma non solo – celebra una ricorrenza importantissima per l’enologia della regione: il centenario della scomparsa di Federico Martinotti, il celebre enologo, nato a Villanova Monferrato, inventore dell’omonimo metodo di spumantizzazione, il Metodo Martinotti, appunto.

Chi è Federico Martinotti e perché è una figura importante nell’enologia?

Federico Martinotti, nato a Villanova Monferrato il 3 giugno del 1860, rivoluzionò l’enologia italiana, introducendo un nuovo metodo di spumantizzazione, alternativo al Metodo Classico o champenoise – che ha posto le basi per la produzione dei più famosi spumanti italiani.

Martinotti ha dedicato la sua vita alla ricerca e all’innovazione nel campo enologico, diventando una figura di riferimento per l’intero settore. Il suo metodo, conosciuto oggi come metodo Martinotti (o Charmat), ha permesso di produrre spumanti di alta qualità in maniera più efficiente, preservando le caratteristiche aromatiche e gustative del vino.

spumante asti docg metodo martinotti

In occasione del centenario della sua scomparsa, nel corso del 2024, Federico Martinotti viene celebrato in patria con una serie di eventi e manifestazioni. Questa celebrazione è promossa dal Comitato Casale Monferrato Capitale della DOC, in collaborazione con il Comune di Casale Monferrato e la Regione Piemonte.

Gli eventi dedicati a Martinotti si sono inseriti nel contesto delle manifestazioni per il Riconoscimento di Città Europea del Vino 2024, il titolo prestigioso conferito a Gran Monferrato e Alto Piemonte.

Cos’è il Metodo Martinotti?

Il 25 marzo 2009 ha segnato un momento molto importante nella storia dell’enologia: in questo giorno, l’espressione “Metodo Martinotti” o “Metodo Italiano Martinotti” è entrata a far parte delle dizioni facoltative che potranno essere indicate in etichetta o contro etichetta dell’Asti DOCG, per le produzioni ottenute con la spumantizzazione in autoclave.

Questo evento ha attestato una verità storica che non è stata riconosciuta per più di cento anni: Federico Martinotti, per ventiquattro anni (1900 – 1924) Direttore della Stazione Enologica di Asti, fu infatti il vero ed unico inventore del metodo di spumantizzazione in autoclavi, o in grandi contenitori, erroneamente noto come metodo “Charmat”, con tanto di brevetto depositato a Torino nel 1895.

Ma allora, perché questo merito gli è stato riconosciuto soltanto in un momento storico così recente?

Dal Metodo Charmat al Metodo Martinotti: storia del riconoscimento

Nel 1895, Federico Martinotti mise a punto il sistema di produzione di un vino spumante in grande recipiente, ovvero l’autoclave. Nello stesso anno brevettò questo metodo con valenza su Italia, Francia e Svizzera.

Martinotti continuò a lavorare sulla sua idea e a perfezionare la sua apparecchiatura per molto tempo. Ciononostante, nel 1907, approfittando del solido supporto economico su cui poteva contare la ricerca enologica francese, a differenza di quanto accadeva in Italia, Eugène Charmat riprese il sistema di Martinotti, attualizzandolo e industrializzando l’impianto produttivo, ottimizzandone il costo di fabbricazione e registrandone un nuovo brevetto nel 1910.

Così, per decenni il metodo che Martinotti aveva meritoriamente intuito e tecnologicamente realizzato è stato sempre presentato come il “Metodo Charmat”.

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Federico Martinotti: qualche curiosità in più

Paolo Desana, politico italiano, nato a Casale Monferrato e conosciuto come il “padre delle DOC” (fu lui, nel 1963, a promuovere e far approvare la legge 930 sulla DOC dei vini italiani), descrisse Federico Martinotti come “un piemontese di vecchio stampo, uomo integerrimo, di onestà scrupolosa, di probità scientifica assoluta, che contribuì efficacemente al progresso dell’enologia italiana, svolgendo numerosissime sperimentazioni nei più diversi rami di essa”.

Martinotti si laureò in chimica e farmacia nel 1887 all’Università di Torino, venne nominato prima assistente, poi Vicedirettore della Stazione Agraria di Torino e, nel 1900, Direttore della Reale Stazione di Enologia di Asti.

Fu divulgatore, giornalista e studioso dotato di grande intuito, virtù che ebbe l’opportunità di perfezionare attraverso il lavoro svolto nei terreni di Cascina Bricco, di proprietà del fratello, nella frazione di Camino Rocca delle Donne.

L’enologo fu un grande sperimentatore in molti ambiti dell’enologia e della viticoltura. Si dedicò allo studio di nuovi chiarificanti, metodi di filtraggio, di un pastorizzatore, di pigiatrici, di apparecchi per la distillazione del vino e delle vinacce, tra le altre cose.

Per la sua preparazione, divenne un punto di riferimento quando fece la sua prima comparsa nella provincia di Alessandria la fillossera. Si impegnò profondamente nella lotta contro i frodatori del vino e si battè a favore della legge Ferraris, per la quale i cosiddetti “vinelli” (bevande ottenute dalle vinacce) sarebbero stati sottoposti a controllo e le vinacce eliminate dopo il 31 dicembre di ogni anno.

Fonte: Andrea Desana