L’importanza dell’acqua in vigneto per fare il vino

Categoria: Territorio
L’acqua è una componente importante per la coltivazione della vigna e produzione di vino, infatti è fondamentale per il nutrimento della pianta e la sua maturazione. La vite assorbe l’acqua dalle radici, per questo motivo la pianta deve essere scelta …
ALBERTO PANSECCHI - AGRONOMO

L’acqua è una componente importante per la coltivazione della vigna e produzione di vino, infatti è fondamentale per il nutrimento della pianta e la sua maturazione. La vite assorbe l’acqua dalle radici, per questo motivo la pianta deve essere scelta anche in funzione del terreno in cui crescerà. Ad esempio, spiega Alberto Pansecchi, “in un terreno collinare come quello del Monferrato, le radici devono andare in profondità per cercare l’acqua molti metri sotto terra, mentre in un terreno pianeggiante devono potersi allargare orizzontalmente.”

Quanta acqua serve per fare una bottiglia di vino?

Non è semplice calcolare quanta acqua sia necessaria per produrre una bottiglia di vino, perchè ci sono diversi elementi da considerare. Oltre all’acqua piovana che la pianta beve assorbendo dal terreno tramite le radici, bisogna considerare anche l’acqua con cui viene irrigata in certe zone e in periodi di carenza di piogge, oltre all’acqua utilizzata per diluire le sostanze chimiche per concimare e diserbare il vigneto. In base a questo in Italia ci vogliono in media più di 600 litri di acqua per fare un litro di vino, pari a circa 87 litri di acqua per un calice. La media italiana è inferiore a quella mondiale, e varia leggermente da regione a regione, soprattutto per le differenze climatiche.

Acqua piovana e produzione del vino: come sono collegate

La quantità di pioggia che bagna i campi ogni anno ha una forte influenza sulla quantità e qualità del vino prodotto in quell’annata. Dario Aceto ci spiega che “se la stagione è asciutta e nel periodo estivo piove poco e l’aria è secca, allora le piante non riescono a fotosintetizzare, non creano zuccheri e la maturazione viene ritardata. Una volta raccolta l’uva è trasferita nelle vasche di fermentazione, dove comincia appunto il procedimento della fermentazione alcolica, qui l’uva densa per le poche piogge produrrà un vino corposo, dal colore molto concentrato e dall’aroma intenso.”

“Al contrario” continua Dario “se l’annata è stata piovosa la maturazione arriva prima, perché la pianta cresce meglio e produce anche più grappoli. Il vino prodotto avrà un colore più leggero e un gusto più fresco.”

Perché in Monferrato è vietato bagnare la vite

In tutto il Piemonte è vietato irrigare le vigne che producono vini storici DOC, è concesso bagnare solo in casi di emergenza. Ma perchè c’è questo divieto, solo per le vigne, mentre tutte le altre coltivazioni vengono irrigate dall’uomo? “In teoria un vigneto non avrebbe mai bisogno di essere bagnato, ma dovrebbe contare solo sull’acqua piovana e sull’umidità del terreno. In passato bagnare le viti era considerata una forzatura, un metodo aggressivo per aumentare la produzione diluendo il vino prodotto, che quindi non risultava di buona qualità” spiega Dario. Per i nuovi vini DOC è prevista l’irrigazione in casi di necessità, perché, a causa dei cambiamenti climatici, le stagioni sono più secche che in passato.

Il forte legame tra acqua e vino in Monferrato

Il Monferrato, come ci spiega Dario Aceto, è una zona abbastanza umida, perciò le piante possono fare affidamento alla rugiada notturna e all’umidità del terreno come fonte d’acqua. In vigna è importante monitorare quanta acqua bevono le piante, in modo che l’uva destinata alla cantina sia la migliore possibile e il vino prodotto di qualità.

Fonte dati: Mekonnen, 2010