Donne del Monferrato: Evangelina Bottero

Categoria: Arte&cultura
Nella nostra rubrica “Donne del Monferrato”, parliamo di donne che hanno avuto un ruolo importante nella storia e cultura italiana, che non sempre vengono ricordate come dovrebbero. In questo articolo ripercorriamo la vita e i successi accademici di Evangelina Bottero, …
REDAZIONE

Nella nostra rubrica “Donne del Monferrato”, parliamo di donne che hanno avuto un ruolo importante nella storia e cultura italiana, che non sempre vengono ricordate come dovrebbero. In questo articolo ripercorriamo la vita e i successi accademici di Evangelina Bottero, di Acqui Terme, una delle prime due donne laureate in scienze nell’Italia unificata. 

Evangelina Bottero ebbe il coraggio e la tenacia di sfondare il tetto di cristallo che impediva alle donne di proseguire gli studi e la carriera accademica, aprendo la strada a tante altre donne che avevano le capacità e la volontà di andare all’università. Se oggi il numero di laureate donne supera quello dei colleghi uomini in tante facoltà, lo dobbiamo a donne come Evangelina Bottero, che sfidarono la società maschilista di fine ‘800.

Evangelina Bottero: prima donna laureata in scienze dell’Italia Unita

Evangelina è stata una delle prime due donne laureate in scienza nell’Italia unificata e, per raggiungere questo obiettivo, dovette faticare molto più dei suoi colleghi uomini. La principale difficoltà per le donne che volevano laurearsi in passato era potersi iscrivere all’università, anche se ciò non era ufficialmente vietato. Il paradosso italiano era che per iscriversi all’università era necessario un diploma di liceo, ma nel paese non esistevano licei femminili che le ragazze potevano frequentare per ottenere il giusto titolo di studio.

Nata ad Acqui Terme nel 1859, Bottero non era di famiglia nobile o ricca: il padre era avvocato e la madre casalinga. Probabilmente il padre la incoraggiò a studiare per poter svolgere una professione come insegnante, magari sperando che in questo modo la figlia avesse più possibilità di fare un buon matrimonio. La passione di Evangelina per la scienza nasce durante gli anni di studio alla Scuola Normale di Firenze, mentre si sta preparando per diventare maestra. Una volta ottenuto il diploma, questo non avrebbe comunque permesso alla donna di iscriversi all’università, per questo motivo dovette ricorrere a vari sotterfugi. Infatti Evangelina, insieme alla compagnia di studi conosciuta a Firenze Carolina Magistrelli, si iscrisse al primo anno di scienze naturali all’università la Sapienza di Roma come “studente uditore”, per poi chiedere al ministero di essere iscritta al secondo anno visti i precedenti studi. Il ministero accettò la richiesta, in questo modo le due donne poterono frequentare gli anni successivi e laurearsi nel 1881 con due tesi sperimentali di ricerca. Il successo della Bottero, inusuale per una ragazza dell’epoca, si diffonde presto nella sua città natale, tanto che la notizia viene riportata anche sulla Gazzetta d’Acqui.

I successi delle donne scienziate in Italia

Evangelina Bottero è anche una figura importante per l’invenzione e lo sviluppo del telefono: infatti è autrice di uno dei primi testi tecnico-divulgativi sull’argomento in Italia.

Evelina Bottero è infatti ricordata per aver scritto con Carolina Magistrelli un manuale sul telefono, con la prefazione del fisico Pietro Blaserna. L’opera, dedicata alla regina Margherita di Savoia invece che al re, spiega in maniera chiara e precisa il funzionamento dell’apparecchio appena arrivato in Italia e ancora poco diffuso, ma che dà a poco avrebbe rivoluzionato la società. 

Donne e università a fine ‘800

In seguito Bottero e Magistrelli diventarono le prime donne “professore ordinario” (la professione non esisteva declinata al femminile) in un istituto di istruzione superiore in Italia. Infatti nel 1882 cominciarono a lavorare all’Istituto superiore femminile di magistero di Roma, dove insegnarono fisica e scienze naturali fino al 1922. Le brillanti carriere si interrompono in modo improvviso con l’avvento del fascismo: Giovanni Gentile, nell’ambito della riforma dell’istruzione, abolì la cattedra di fisica dall’istituto, ruolo ricoperto per 40 anni da Bottero, con metodi all’avanguardia e con grande successo, e le consigliò di tornare ad insegnare alle scuole medie. L’umiliazione di vedersi cacciata dal luogo di lavoro senza una giusta motivazione fu un duro colpo per Evangelina, che decise di ritirarsi anticipatamente in pensione. Evangelina, sopravvissuta alla guerra e al fascismo, visse abbastanza da vedere il diritto di voto esteso a tutte le donne e, anche se la strada per raggiungere la parità dei generi è ancora lunga, sarebbe felice di vedere i passi avanti che sono stati fatti.

Fonti:

Bottero, Evangelina, Magistrelli, Carolina; 1883, “Il telefono, con pref. del prof. P. Blaserna”, Torino: Loescher.

Govoni, Paola; 2006, “Storia, scienza e società: Ricerche sulla scienza in Italia nell’età moderna e contemporanea”, Bologna: Università di Bologna.

– 2007, “Studiose e scrittrici di scienza tra età liberale e fascismo. Il caso Bottero e Magistrelli”, in “Genesis. Rivista della Società Italiana delle Storiche”, vi/1, pp. 65-89.

Foto di Pixabay

Si ringrazia la Biblioteca Civica Centrale di Torino per la copertina de “Il telefono”