I capunet piemontesi, ricetta del riciclo

Categoria: Food&wine
Le feste di carnevale sono finite, ma il frigorifero è ancora pieno di cibo? Troppi avanzi da consumare e nessuna idea su come cucinarli? La soluzione c’è, e viene dalla cucina monferrina: i capunet! Una ricetta furba per consumare gli avanzi …
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Le feste di carnevale sono finite, ma il frigorifero è ancora pieno di cibo? Troppi avanzi da consumare e nessuna idea su come cucinarli?
La soluzione c’è, e viene dalla cucina monferrina: i
capunet! Una ricetta furba per consumare gli avanzi di carne, come l’arrosto o il salame, che potrebbero andare a male, senza troppa fatica e in modo veloce. In sostanza, i capunet sono involtini di verza croccante, con un gustoso ripieno di carne e formaggio, cucinati al forno o in padella, perfetti come secondo piatto o antipasto.

Magari non li avevate mai sentiti nominare, ma sicuramente li avrete già assaggiati in qualche antipasto piemontese, infatti i capunet non mancano mai nei pranzi e cene delle feste, anche se sono una ricetta che nasce dalla cucina povera. 

Perchè si chiamano capunet?

La cucina piemontese è ricca di ricette semplici e veloci da preprare, ma non per questo meno gustose. Anzi, questo secondo piatto di carne è saporito al punto giusto, grazie al ripieno delizioso avvolto nelle foglie fresche del cavolo verza.

I capunet nascono come piatto della cucina povera, dove è normale riciclare gli ingredienti e non sprecare nulla. Una cucina di recupero, con ricette che tutti possono preparare con pochi ingredienti. In questo caso infatti servono solo: una verza, della carne macinata, uova, formaggio, burro e qualche foglia di erba aromatica come la salvia.

Il nome particolare deriva dal dialetto piemontese, come è solito per questi piatti tipici della tradizione popolare, ma in questo caso non è facile risalire al suo significato. Capunet potrebbe voler dire piccolo cappone, perché la forma dell’involtino ricorda quella dell’animale. Però ogni paese ha la sua variante quindi non c’è una traduzione universale, infatti c’è chi li chiama capunit, e addirittura chi pes-coj: letteralmente pesci cavolo

La verza regina della cucina invernale

L’ingrediente principale dei capunet è il cavolo verza, di cui si scelgono le foglie esterne perché più dure e resistenti. La verza è presente in molte ricette monferrine, ad esempio come verdura di accompagnamento nella famosa bagna cauda. Per i capunet le foglie vengono sbollentate velocemente in acqua salata. Quindi, si aggiunge il ripieno che può variare, a seconda del gusto personale o di cosa c’è nella dispensa. Infatti, all’interno delle croccanti foglie di verza possono esserci anche il riso, il salame sotto grasso, la ricotta, insomma qualsiasi cosa ispiri il cuoco in quel momento. A questo punto, gli involtini vengono cotti in forno o in padella, in alcune varianti ricoperti di besciamella o fiocchi di burro.

I capunet sono una ricetta invernale, ideale per le serate fredde perché forniscono la scusa perfetta per accendere il forno e scaldare la cucina.