In Monferrato, tra le colline patrimonio Unesco, la festa dei morti si celebra da secoli, ricordando i defunti con celebrazioni e rituali dalle origini antichissime. Oggi la festa americana ha preso il sopravvento, ma molte tradizioni importate dagli Stati Uniti altro non sono che varianti di riti cristiani e pagani provenienti dal vecchio continente. Infatti la famosa festa americana ha origini antiche e si ricollega al culti dei morti celebrato in molti paesi europei fin dal medioevo.
Ma si dice Halloween o festa dei morti? In fondo sono due aspetti della stessa festa, uno più commerciale e divertente, l’altro riflessivo e spirituale.
Le origini di Halloween
La festa dei morti unisce tradizioni pagani e cristiane: l’inizio dell’inverno e la celebrazione dei defunti. Questo era il periodo di fine raccolto e vendemmia, quando i campi erano ormai brulli e il clima sempre più freddo. Sembrava quasi che la natura morisse completamente, per poi rinascere in primavera e molti riti erano pensati per celebrare questo momento di passaggio.
Le celebrazioni cristiane per i morti con il tempo vennero fatte coincidere con la festa celtica di Samhain, che segnava l’inizio dell’anno celtico, in cui il mondo dei vivi e quello dei morti si univano.
I cibi tipici della festa dei morti in Monferrato
Ci sono tante usanze, alcune ancora messe in pratica, altre ormai dimenticate, che si collegano con la festa dei morti. Molte tradizioni di questa giornata ruotano intorno al cibo, preparato appositamente per i defunti e spesso lasciato per loro sulle tombe o sui davanzali delle finestre. Le ricette utilizzano prodotti di stagione, come zucca, legumi e castagne. Con la zucca si prepara ancora oggi l’iconica pumpkin pie, una torta di zucca immancabile sulle tavole statunitensi e che sta prendendo piede anche in Italia.
Tradizioni tipiche di Halloween in Monferrato
Un tempo in Monferrato la notte tra il 31 ottobre e il primo novembre c’erano diverse tradizioni da rispettare per la festa dei morti, ad esempio si cercava di lasciare il letto libero per i morti, andando a dormire tardi o svegliandosi presto. Le strade dovevano essere lasciate libere per permettere ai morti di tornare sulla terra e fare una processione e per questo motivo si lasciavano candele accese per permettere loro di trovare la via di casa.
In diversi borghi monferrini, tra cui Castellazzo Bormida, Ozzano Monferrato e Vignale Monferrato, per anni si è tramandato l’uso di “prendere i morti”, cioè andare in giro per le case con un pentolino chiedendo di riempirlo con fagioli o ceci. Anche Guido Martinotti, sociologo e professore universitario, parla di questa tradizione di “andare a prendere i morti” del 2 novembre, riferendo che erano soprattutto i bambini a bussare alle porte dei vicini. Essendo molto simile al dolcetto o scherzetto americano, queste due tradizioni hanno sicuramente la stessa origine, probabilmente l’usanza di elemosinare in cambio di preghiere per i cari defunti.
Foto di Monstera e di Kelsie Cabeceiras