Il turismo accessibile e inclusivo è un concetto che riflette la crescente consapevolezza e necessità di rendere le esperienze di viaggio, vacanze o attività, fruibili e accoglienti per tutti.
L’“inclusività” si riferisce alla capacità del settore di rispondere e adattarsi ai bisogni e ai desideri di un pubblico diversificato e con necessità speciali, in modo che tutti possano godere delle opportunità proposte dall’offerta turistica.
Turismo inclusivo in Monferrato: cos’è
Spesso, si parla di inclusività rivolgendo il pensiero all’accessibilità di strutture ed esperienze per persone con disabilità fisiche o motorie: un concetto di per sé è corretto, ma oltre a questo c’è molto di più.
L’accessibilità, infatti, è solo uno degli aspetti dell’inclusività.
Includere significa aprirsi a tutte le persone, indipendentemente dallo stato sociale, religione od orientamento sessuale, così come dalla condizione psicofisica o motoria: vuol dire fare in modo che tutti si possano sentire accolti allo stesso modo e in grado di vivere le stesse esperienze.
Si tratta di un principio che si può applicare al turismo in ogni sua declinazione, dall’accoglienza e ospitalità, alla pianificazione di itinerari di viaggio fino all’organizzazione di attività sportive o ricreative.
Turismo inclusivo: non è solo una questione di barriere architettoniche
Il turismo inclusivo, pertanto, non è solo una questione di infrastrutture e servizi, ma più di atteggiamento e consapevolezza. Un approccio inclusivo comporta un cambiamento di prospettiva che vede la diversità non come una sfida, ma come un’opportunità per arricchire l’esperienza turistica, promuovendo la comprensione, l’accettazione e l’apprezzamento delle differenze tra le persone.
In questo contesto, il turismo inclusivo non solo diventa un potente strumento per il progresso sociale e culturale, ma anche un fattore importante per la valorizzazione e la promozione turistica di un territorio.
Turismo inclusivo nel Monferrato: a che punto siamo
Nonostante anche nel Monferrato ci sia ancora molto da fare, non mancano le realtà che hanno deciso di sposare la causa e dare il proprio contributo per creare un territorio il più possibile inclusivo.
È il caso, ad esempio, di Adelio e Simona di Monfreedom, due guide escursionistiche ambientali che hanno fatto dell’inclusività il loro principale obiettivo.
Dal 2020 accompagnano le persone, con grande successo e soddisfazione, sui circa 180 percorsi da loro tracciati su tutto il territorio del Monferrato.
A partecipare alle escursioni – tutte di livello facile –, però, non sono soltanto soggetti con disabilità, ma anche persone che per vari motivi vivono sole o che tendono all’isolamento. Potrebbe essere il caso di single più o meno giovani, altri rimasti soli perché vedovi, persone con disagi sociali, depressione o forme di autismo. I loro percorsi sono inoltre adatti a persone con disabilità fisiche, ad esempio ipovedenti. Tutto questo senza che siano mai state predisposte particolari infrastrutture dedicate. Come dice Adelio, infatti, “l’assenza di infrastrutture specifiche è essa stessa un segno di inclusività. Averle, al contrario, significherebbe evidenziare una diversità”.
Nel caso, ad esempio, della partecipazione a un evento di un escursionista ipovedente, attrezzare un percorso di 10 Km con pannelli informativi o descrizioni del sentiero e del paesaggio in Braille, oltre che essere un compito di complessa realizzazione, accentuerebbe le differenze.
In questi casi sono le guide stesse, specificamente formate, ad accompagnare e guidare la persona ipovedente affinché anch’essa possa vivere la propria esperienza senza limiti e senza l’ausilio di infrastrutture dedicate. A questo si somma anche la sensibilità e lo spirito di collaborazione di tutto il gruppo di escursionisti, che, in modo del tutto naturale, si attivano per fornire il proprio supporto creando, così, un clima positivo di solidarietà e condivisione.
Info e foto: Sito web Monfreedom